martedì 23 febbraio 2010

Note storico artistiche da: "E-magazine dell'Università degli Studi di Udine del 28-08-2008"

Note storico-artistiche. Il complesso si articola nel palazzo Garzolini e nella parte retrostante dell’ex istituto Toppo Wassermann. Il palazzo fu fatto costruire dal conte Marzio di Polcenigo nel 1706-1707 e divenne di proprietà della famiglia Garzolini dal 1790. Dal 1900 di proprietà del Comune, a seguito della volontà del conte Francesco Toppo il complesso ha sempre avuto una destinazione didattica con annesso collegio. Una serie di lavori sul palazzo furono eseguiti nel 1900. Seguirono un primo ampliamento nel 1909 e un secondo nel 1923, entrambi su progetto dell’architetto Provino Valle. All’interno del palazzo, di grande scenografia è lo scalone dell’atrio di ingresso che conduce al salone soprastante. Le pareti dello scalone sono coperte da affreschi con paesaggi e la decorazione prosegue con un finto loggiato e culmina con una cupola affrescata. Tutti i dipinti risalgono all’Ottocento: a Tommaso Turk è attribuita la parte prospettica della cupola, mentre a Domenico Paghino gli affreschi con i paesaggi nel ballatoio e gli stemmi, oltre che il salone centrale.

giovedì 11 febbraio 2010

Cantiere da 8 milioni a palazzo Garzolini (fonte:Il Gazzettino)

Partono i lavori di restauro di palazzo Garzolini e dell'ex istituto Toppo Wassermann, nel centro storico di Udine tra le vie Gemona e Toppo. Il complesso, di proprietà del Comune, è destinato sin dal 2002 grazie alla convenzione stipulata con l'ateneo friulano, all'insediamento della Scuola Superiore dell'Università di Udine, attualmente dislocata all'istituto Renati in via Tomadini. Palazzo Garzolini sarà recuperato e i suoi affreschi valorizzati. Il resto del complesso verrà completamente ristrutturato, mantenendo l'impianto originario, per ricavare gli spazi per lo studio e la residenza. Costo dell'opera, 8 milioni 677 mila euro, di cui 6 milioni e 535 mila euro finanziati dal Miur, 1 milione e 161 mila euro dalla Regione, la rimanente quota con fondi propri dell'Università. I lavori si concluderanno entro la fine del 2011. Il progetto è stato redatto dall'ingegner Antonio Rizzani e dall'architetto Francesca Rizzani. Impresa esecutrice sarà la Steda spa di Rossano Veneto, mentre la Direzione Lavori verrà effettuata dall'ingegner Giampaolo Poscia, capo Ripartizione tecnica dell'Ateneo.
Più consistente sarà l'intervento nell'ex istituto Toppo Wassermann, retrostante palazzo Garzolini. Qui saranno localizzate tutte le attività correlate alla Scuola Superiore dell'ateneo e alla residenza. In particolare, al primo terra saranno concentrate le funzioni culturali e didattiche, mantenendo sostanzialmente lo schema distributivo esistente. Saranno ricavati sale studio e aule riunioni, spazi ricreativi di aggregazione (sala musica, sala video, sala giochi), una palestra, un auditorium e la mensa. Il primo e il secondo piano avranno funzione residenziale, attraverso un sistema tipo albergo, con 74 camere singole, cucine collettive per la preparazione e il consumo dei pasti, e spazio internet. Ogni camera sarà dotata di bagno. Inoltre, il corpo a nord verso via di Toppo sarà destinato a un gruppo di 10 minialloggi distribuiti su due livelli e ciascuno dotato di angolo cottura e zona giorno, bagno e spazio notte. Il complesso si articola nel palazzo Garzolini e nella parte retrostante dell'ex istituto Toppo Wassermann. Il palazzo fu fatto costruire dal conte Marzio di Polcenigo nel 1706-1707 e divenne di proprietà della famiglia Garzolini dal 1790. Dal 1900 di proprietà del Comune, a seguito della volontà del conte Francesco Toppo il complesso ha sempre avuto una destinazione didattica con annesso collegio.

martedì 2 febbraio 2010

Un po' di vocaboli...

Da : Zingarelli Vocabolario della lingua italiana Zanichelli

Convitto : [vc.dotta, lat. convictu(m).da convivere 'convivere']s.m. Istituto d' istruzione e di educazione per giovani in cui si provvede anche al loro mantenimento e alloggio.

Rettore : [vc.dotta, lat. rectore(m).da rectus, part. pass. di regere 'reggere']s.m. Chi regge o è a capo di un convitto, comunità.

Censore : [vc.dotta, lat. censore(m).da censere 'censire']s.m. Nei convitti, sorvegliante della disciplina dei convittori.

Istitutore : [vc.dotta, lat. tardo institutore(m).da institutus 'istituto']s.m. Chi svolge attività educativa in collegi.

Collegio : [vc.dotta, lat. collegium(m).]s.m. Istituto di educazione e istruzione ove i giovani vivono sotto una disciplina comune.

La storia del Toppo

Convitto dal 1° ottobre 1900 al 1982

Il Collegio di Toppo Wassermann ricordato affettuosamente dai friulani e non solo come "il Toppo"" fu un convitto maschile con sede in un palazzo settecentesco di Udine in via Gemona 90. Sorto nel 1900 grazie al legato del conte Francesco di Toppo (1797-1883) che nel 1876 lasciò gran parte delle sue sostanze alla Città e alla Provincia di Udine affinché fondassero “un Istituto di istruzione maschile” che avrebbe dovuto chiamarsi di Toppo Wassermann per ricordare nel nome anche la sua prima moglie, Antonietta de Wassermann.Questo collegio quando la bicicletta a pedali era stata da poco inventata e si assisteva al Ballo Excelsior o si partiva a piedi per imbarcarsi per le Americhe era l'unica possibilità di affrancarsi, salvo il seminario, per fanciulli della Carnia, del Tarvisiano o del Contado. Ironia della sorte nel'15 il Toppo aveva già cresciuto circa 300 giovani pronti, invece per la trincea. Il Toppo diveniva Ospedale, ricovero e cura anche per chi aveva nei suoi cortili già giocato a calcio, nuovo gioco da poco arrivato dall'Inghilterra.
Fin dall'inizio è stato un riferimento per l'istruzione di tanti figli d'emigrati, sia per i giovani in difficoltà economiche o sociali che per ragazzi della borghesia e nobiltà friulana, giuliana e veneta. Tutti venivano accolti e cresciuti con la stessa attenzione, con autorevolezza e, ancor oggi gli ex allievi lo ricordano, con ferma autorità. Questo l'invito del collegio ad iscrivere i propri figli: "All'ordine ed alla disciplina si attende con particolare fermezza, volendo i giovinetti scrupolosi nell'adempimento dei loro doveri, di carattere leale e forte."
In seguito è stato casa per tanti giovani arrivati ad Udine per giocare nella squadra dell' Udinese Calcio, della Associazione Pallacanestro Udinese o per allenarsi al meglio nelle squadre cittadine di atletica leggera.
Tanti giovani studenti universitari ne godevano come risorsa lavorandovi come istitutori.
Il “Toppo” è stato un convitto fino all'anno scolastico 1981-1982 poi ne fu decisa la ristrutturazione.
L'ultimo anno ospitava circa 200 semiconvittori che frequentavano le elementari e le medie della scuola Ellero.
Al nome del Toppo Wassermann ora sono legate una via cittadina, una Biblioteca, una scuola elementare e la sede della Scuola Superiore dell’Università di Udine.

Fondazione del Collegio
Il 2 agosto 1894, alla morte di Margherita Ceconi seconda moglie del conte di Toppo, Comune e Provincia entrarono in possesso del legato ed iniziò a decorrere, così, il quinquennio per rendere operativo il Collegio.Ottenuta una proroga di due anni dagli eredi
il 1° ottobre 1900 iniziò la sua attività sotto la direzione del professor Massimo Misani, già preside del Regio Istituto Tecnico di Udine. Nel primo anno ebbe 15 allievi, ma già nel 1904 i 50 posti disponibili erano insufficienti a soddisfare le richieste di iscrizione. Un anno più tardi, grazie a piccoli lavori di ampliamento, i posti disponibili salirono ad 81.
Nel 1909 fu reso esecutivo un progetto di ampliamento. I lavori terminarono all’inizio del 1912 e il collegio, nel 1914-1915 arrivò ad ospitare 137 allievi. Gli ospiti erano ragazzi della provincia e della regione che venivano a studiare a Udine (il 41% dalla Carnia e dal Tarvisiano, il 18% da Trieste e Gorizia), epoca in cui non c’erano mezzi di trasporto adeguati.

Diventa Ospedale

Dal 11 giugno 1915, anno d'inizio dell'entrata in guerra da parte dell' Italia, il Collegio Toppo venne affidato alla Croce Rossa e proprio dall´11 giugno 1915 sino al 27 ottobre 1917 quando, in seguito alla ritirata di Caporetto, vi prestarono servizio, con sacrificio e abnegazione, seguite dall´Ispettrice Costanza di Colloredo, numerosissime crocerossine per colmare le carenze del personale di sanità.
Nell’ottobre del 1917 gli studenti vennero ospitati da altri convitti nazionali.

Ritorno alla normalità
Il Collegio riprese la regolare attività nel marzo del 1919 e venne premiato con medaglia d’oro alle esposizioni didattiche nazionali di Firenze e Cividale. Nel gennaio del 1923 iniziarono nuovi lavori di ampliamento della sede e con la riforma della scuola creò l'Istituto Tecnico di grado inferiore (quattro classi) che iniziò regolarmente le lezioni nell’ottobre dello stesso anno. Negli anni '50 vi furono nuove ristrutturazioni del convitto.
I Rettori

* Dal 1° ottobre 1900 il professor Massimo Misani (già preside dell'Istituto Tecnico dal 1871 al 1920. L'Istituto Tecnico Udinese fu fondato nel 1867 per iniziativa di Quintino Sella, commissario regio).
* Della Bianca
* Carlo Fattorello fu docente e direttore del Collegio.
* Lazzari
* Masutti
* Dal 1948 Ottavio Valerio
I Direttori
dal 1 gennaio 1980 il Toppo diviene Ente Pubblico.

* Dal 1980 Silverio Mestroni
* Dal 1991 dottor Palumbo.

I Censori

“Censore” G.B. Agarinis da Della Bianca, Fattorello, Lazzari, Masutti sino a Ottavio Valerio poi il “Censore” Mander, mediatore sapiente capace e “paterno” con i ragazzi, soprattutto i più piccoli.



Gli anni di Ottavio Valerio

*Rettore Ottavio Valerio
*Economo Carmine Speranza poi Romeo Piva.
*Franca Rotoli Zanussi, per 30 anni segretaria di direzione.
*Capo istitutore dottor Silverio Mestroni.
*In portineria il Sig. Eno Degano
*Istitutori : Luigi Bonanni, Celso Elia, D’Andrea, Odorico, Canciani, Jacumin, Zerbinatti, Ciani, Snaidero, Cher,Selleri, Alfeo Mizzau, Paolo Braida, Bepi Casabellata, Michele Formentini, Michele Piva, Enore Sabbadini, Sergio Gentilini, Romeo Piva.

Il Collegio "apriva" sia a convittori che a semiconvittori. I ragazzi frequentavano scuole esterne al convitto che continuava a garantire e stabilire, come ha sempre fatto fin dall'inizio, il numero dei posti gratuiti e semigratuiti (da attribuire per concorso di merito e conservabili solo da coloro che attendessero con profitto agli studi.)
Continua a perseguire il suo credo educativo che fin dagli anni '30 dichiarava: " All'ordine ed alla disciplina si attende con particolare fermezza, volendo i giovinetti scrupolosi nell'adempimento dei loro doveri, di carattere leale e forte."
Il 26 maggio 1957 si organizzò il primo congresso con tantissimi illustri ex allievi, tra questi Falomo, Zenari, Dukcevich, Masieri, Bruseschi, Bier, Ciceri, Centazzo, Cragnolini, di Porcia, Tosolini, Rizzani, Di Sopra, Zoz, Ardito Desio e la medaglia d’oro Pier Arrigo Barnaba.
I ragazzi delle medie dormivano al primo piano dell'edificio in grandi camerate, mentre i più grandi in stanze da sei, due posti letto con scrivania o camere singole.
Si poteva fare la doccia il venerdì sera ed il pediluvio il pomeriggio chiedone il permesso agli istitutori o alla sera.
All' interno dell'istituto due volte la settimana operava un barbiere in un locale accanto alla sala fumo che poteva essere frequentata solo dai più grandi.
Il taglio dei cappelli era obbligatorio e doveva essere molto corto e con sfumatura alla nuca e alle tempie.
In camerata dopo lo spegnimento delle luci il silenzio doveve essere assoluto.
La sveglia alle 6,30 (Lavarsi,vestirsi,preparare la cartella,sfare diligentemente il letto portando lenzuolo e coperta rimboccate ai piedi del letto riporvi sopra il cuscino) le stanze sarebbero poi state rassettate dal personale.
La colazione alle 7,15 pane, burro,marmellata, biscotti, caffelatte o tea.
7,30 uscita per andare a scuola.
Rientro immediato dalla scuola e adunata nell'atrio poi tutti a mensa: il cibo era vario e abbondante cuoca e cameriere gentilissime ed affettuose. Alla prima campanella ci si accostava alla sedia, alla seconda ci si sedeva alla terza si poteva accostarsi al cibo e parlare con tono molto basso. Era vietato alzarsi, alla successiva campanella si avrebbe riposto il tovagliolo ci si sarebbe messi in fila per uscire dalla sala.
Ricreazione. Si disponeva di un campo da basket,uno da calcio e di un vialetto tra ippocastani con panchine; all'interno si poteva giocare a pig-pong ed al calcio balilla in una saletta prospicente la sala mensa ed i più grandi giocare a carte in sala fumo..
Ore 15 si entrava in aule diverse divisi per età sorvegliati da un istitutore seduto in cattedra al quale ci si poteva rivolgere per aiuto nei compiti scolastici. Quasi tutti gli istitutori erano giovani studenti universitari.
Fatti i compiti, previa autorizzazione dei genitori, si poteva chiedere il permesso d'uscita per un breve passeggio o per frequentare qualche corso esterno.
Alle 19 si cenava ed alle 21 si andava a letto. I vibranti discorsi di Ottavio Valerio (detto il “mago”!) avevano luogo in refettorio o nell’ampio atrio vetrato accanto alla portineria. Tutti, attenti e in religioso silenzio, sotto lo sguardo vigile del censore, di Mestroni e degli istitutori.
Si potevano ricevere telefonate dai familiari e rientrare in famiglia purchè non si fosse in castigo, ricevere e spedire posta.
In cancelleria venivano vendute cartoline in bianco e nero del collegio: la Chiesa, l'atrio, il parco, la mensa, la facciata.
Ogni fine settimana il gemonese pre Pieri Picul - don Londero veniva dal Seminario udinese per incontrare gli allievi.
La domenica mattina, digiuni per la comunione, si saliva lo scalone del palazzo per raggiungere la Chiesetta: la Messa era cantata e servita dagli allievi stessi il pezzo forte del coro era il Salve Regina cantato in latino. Affreschi e decorazioni del XVIII e XIX secolo attribuiti a Tommaso Turk e a Domenico Paghini abbelliscono, come allora, le sale del palazzo e le pareti dello scalone.
Chi non studiava, la domenica non poteva andare al cinema e a Natale era punito con la riduzione del periodo di vacanze a casa. Fino agli anni ’60 tutti dovevano portare la divisa. Nell’anno scolastico 1954-’55 fu acquistato un televisore posizionato in sala fumo (la Tv era nata nel gennaio '54), che veniva anche messo a disposizione degli abitanti del borgo per il telequiz Lascia o raddoppia? del giovedì sera». La visione della televisione venne comunque concessa solo ai diplomandi e raramente. I convittori frequentanti l'ultimo anno di scuola avevano la possibilità di uscire dalle 16 alle 17 e per circa mezz'ora dopo cena.

Negli anni ’60 il boom economico e l’istituzione della scuola media obbligatoria e la dislocazione nei centri più grossi anche di scuole superiori resero sempre meno indispensabile il convitto infatti nel decennio 1963-’73 il numero dei convittori calò del 45 per cento, mentre quello dei semiconvittori raddoppiò. Ai genitori, spesso entrambi impegnati nel lavoro, era più utile un servizio di mensa, doposcuola e ricreazione che impegnasse i ragazzi fino al tardo pomeriggio.
Gli ospiti del convitto erano ragazzi della provincia e della regione che venivano a studiare a Udine (l' 80% ca. dalla Carnia e dal Tarvisiano, il 5% ca. da Trieste e Gorizia ed un 5% ca. figli di emigrati in Argentina o nel Nord America o in Libia).


Gli ultimi istitutori:

Elvio Bulfon,Giuseppe Cescutti, Lucio Hermanseder, Ignazio Ariis, Marino Degano, Francesco Sinelli, Lorenzo Londero, Lorenzo Piana, Natalino Moretto, Loris Candusso e Francesco Sabbadini.

Allievi famosi

Tra gli allievi, lo scienziato Ardito Desio, il campione del mondo di pugilato Primo Carnera e, in tempi più recenti, il presidente dell’Udinese Dino Bruseschi, lo scrittore Carlo Sgorlon ed il poeta Leonardo Zanier.

La storia di Pasqualino Tolmezzo

Il 23 Marzo 1913, giorno di Pasqua, al termine del combattimento di Assaba gli Alpini del Tolmezzo rinvengono tra i prigionieri una donna ferita che tra gli stracci tiene un bambino dalla pelle scura, nonostante le cure alcune ore dopo la donna muore ed gli uomini del Tolmezzo si prendono cura del bambino, il Sergente Maggiore Toldo provvede a far rifocillare l'inatteso ospite a cui dopo varie discussioni è dato il nome di Pasqualino Tolmezzo perché trovato il giorno di Pasqua e in ricordo del battaglione Carnico...(vedi negli approfondimenti).

Arrivano le bambine

Il 1º gennaio 1980 il Toppo diventa ente pubblico, diretto da un Consorzio di gestione, e vi entrano anche le bambine, mettendo fine dopo ottant'anni una tradizione solo maschile.

Il Collegio chiude

Dall’anno scolastico 1981-’82 il convitto viene abolito e l’attività prosegue con soli semiconvittori delle elementari interne (174), delle medie (79) della vicina Ellero e di scuole superiori (14).

La Scuola Elementare di Toppo Wassermann
Chiuse sabato 4 giugno 2005.
Ora ha sede in Via Tolmezzo ad Udine.

Biblioteca dell'Istituto comunale e provinciale di Toppo-Wassermann

Via Gemona, 92 Udine E' chiusa ed i libri che conteneva sono in catalogazione presso la Biblioteca Civica Comunale V. Joppi - Udine

La Scuola Superiore dell'Università di Udine

La sede della Scuola superiore dell’Università di Udine nell'anno accademico 2004-2005 è stato il collegio “Renati” di via Tomadini a Udine. Nell’anno accademico 2004-2005 i 20 allievi che superarono il concorso di ammissione per accedere al nuovo istituto di eccellenza furono alloggiati nelle stanze del Renati, che diventò così la sede “alternativa” della Scuola superiore e ospiterà i ragazzi fino a quando non saranno ultimati i lavori di ristrutturazione del collegio Toppo Wassermann, sede definitiva della Scuola, per i quali il ministero ha stanziato 8 milioni di euro, ad oggi si parla di fine lavori per la fine anno 2011. Dopo il lavoro di ricognizione effettuato dall’ateneo friulano fra i vari collegi udinesi, la scelta cadde sul “Renati”, in quanto l’istituto offriva le condizioni ideali di vitto e alloggio per gli allievi. La partecipazione alla vita comunitaria, infatti, è condizione essenziale per la riuscita del progetto formativo di eccellenza che la nuova Scuola dell’ateneo friulano intende offrire ai giovani.

Bibliografia

*L’Istituto Comunale Provinciale Di Toppo Wassermann nel XXV° anno della sua fondazione - Udine, Tipografia Giuseppe Vatri, 1925, in folio, 126 p., varie illustrazioni, brossura.
*Ottorino Burelli, Il Friuli di Ottavio Valerio


Collegamenti esterni

lunedì 1 febbraio 2010

Ancora quattro chiacchere sul collegio di Toppo – Wassermann

Ancora quattro chiacchere sul collegio di Toppo – Wassermann (Da “La Patria del Friuli”, a. XXVI n. 35, 10 febbraio 1902, pag. 1.)

Fra tanti discorsi, tante diatribe, tante divergenze di vedute ed inchiostroconsumato nella questione del regolamento pel Collegio di Toppo-Wassermann, iocredo sia lecito anche ai Provinciali, interessati quanto i Comunisti di Udine, diriassumere la discussione avvenuta, rilevarne il lato buono, ed esprimere la propriaper quanto modesta opinione sopra i punti di divergenza discussi nel ConsiglioComunale di Udine ed esistenti fra la Commissione incaricata della fondazione delCollegio e le idee predominanti nell’on. Consiglio.Premetto che nel prendere in esame la soggetta questione non ma muove né ira di parte, néinteresse personale, ma puramente il desiderio di veder prosperare un Collegio che è decoro diUdine e della Provincia nostra e che, se bene indirizzato, è destinato ad apportare grandi beneficinel campo della educazione morale e della istruzione intellettuale dei nostri amatissimi figli,verso i quali è nostro obbligo sacrosanto convergere la parte migliore dei nostri affetti e dellenostre cure.Dalla discussione avvenuta in Consiglio, e dalla relazione di quella discussione che la Patria delFriuli colla sua abituale imparzialità, ha fedelmente riportato, si desume che in sostanza tre sonoi punti di divergenza tra la Commissione ed il Comune; e cioè: troppo lusso di arredamento perun Educatorio di graziati; Criterio sbagliato nell’ammissione al godimento dei posti gratuiti; efinalmente personale esuberante e pagato più del bisogno.Troppo lusso, si dice; ma come mai si potevano far affluire al Collegio coloro che devonopagare, se non apparecchiando un decoroso ambiente? Come mai si poteva pretendere che unCollegio di nuova istituzione potesse far concorrenza agli altri fiorenti Istituti Cittadini, se nonallettando i Genitori colla certezza di porre i loro figli in un ambiente sano, ben aereato, benilluminato o riscaldato, in un ambiente in una parola, atto ad impartire ai loro figli unaeducazione quale è reclamata dalle moderne esigenze?In ogni modo, su questo punto si può in parte convenire col Comune. Non altrettanto si può diresul criterio degli otto decimi in media voluti dalla Commissione e combattuti dal Comune per l’ammissione al posto gratuito o semigratuito. Anzitutto, il concetto del Testatore conte di Toppo Wassermann non fu certo quello di creare delle nuove mediocrità che andassero ad aumentare lfalange dei petenti pubblici e privati impieghi, ma quello di procurare ai mancanti di mezzi, difar valere il proprio ingegno e rendersi utili alla Patria, ciò che per lo passato era concessosoltanto ai ricchi. Questa forma di interpretazione mi sembra abbastanza popolare e democratica e mi sembra che sia la vera esplicazione del concetto del Testatore.Secondariamente, l’asserire che per una Provincia di oltre mezzo milione di abitanti sia pretendertroppo che ci esistano 10 ragazzi di condizioni poco agiate che siano capaci di riportare gli 8 decimi in media, è asserire cosa non vera, e affermare cosa poco lusinghiera per una Provinciache si rispetta e che tante belle intelligenze ha date alla Patria. Un terzo inconveniente a cui si vaincontro coll’escludere il criterio degli 8 decimi sarà certamente quello che, dato il casofacilissimo di 30, o 40 postulanti, la Commissione non avrà più criteri direttivi, e nel fare lascelta sorgeranno le ingiustizie, le preferenze non giustificate, e le conseguenti querele elamentele dei rejetti. Ma prescindendo pure da tutto ciò havvi anche una ragione di indole piùelevata a sostegno degli 8 decimi. Di fronte ai ricchi che ci sono là dentro, non è certo fuori diluogo che il ragazzo destinato a convivere con loro abbia in sé una ricchezza intellettuale e unaelevatezza d’ingegno che lo rendano amato e rispettato dai colleghi.Per il padre che ama i propri figli ed è costretto, per dar loro una buona educazione, di ricorrerealla pubblica beneficenza, sarà certo una grande soddisfazione il sapere che il proprio figlio, làdentro, sa far dimenticare la propria inferiorità finanziaria colla superiorità intellettuale, che è digran lunga preferibile e più in pregio agli uomini bene pensanti. E di ciò basti.Riguardo al terzo punto di divergenza tra la Commissione ed il Comune, e cioè alla esuberanzadi personale ed al loro stipendio troppo elevato, egli è certo che se qualche modificazione sipotrà introdurre, essa non sarà, e non dovrà essere, di grande rilievo, ed i pochi vantaggiconseguibili dal Comune saranno sproporzionati al conseguente danno derivabile dalla mancanzadi sorveglianza per deficienza di personale. L’organico è fissato sulla base di 60 Convittori, e quando questa cifra sarà raggiunta (vogliamosperare l’anno prossimo) il personale non sarà esuberante. Quanto agli stipendi fissati pel Rettoree pel Censore, se si consideri che essi devono essere pareggiati ai professori delle scuolesecondarie e se si consideri che il loro sacrificio si estende a tutte le 24 ore del giorno, nonsembra affatto fuori posto che siano ben pagati.Sulla questione del maggior numero dei graziati, ha ragione il Comune. Il detto numero deveessere elevato fino all’esaurimento delle rendite del legato; però se dopo sopperito almantenimento di 10, o 12 piazze gratuite e semigratuite e dopo trattenuto un fondo di riserva peraiutare i ragazzi a compiere la loro educazione, sopravanzasse qualche cosa da erogarsi inaumento di decoro del Collegio, certo non si andrebbe ad urtare colle intenzioni del nobileTestatore, il quale volle legare il proprio patrimonio allo scopo di erigere e far fiorire nella nostraprovincia un Collegio modello, e non una Locanda per giovanetti.Concludo che, secondo il mio modesto parere, sarebbe stato desiderabile una previa intesa, ed unprevio accordo fra la Commissione e la Giunta per le modificazioni da apportarsi al Regolamento, salvo al Consiglio di discutere il Regolamento già apparecchiato, poiché se lapubblica discussione ha avuto il vantaggio di porre in luce l’arte oratoria dei singoli Consiglieri,politicamente è stata dannosa per ragioni facili a comprendersi.Maniago, 7 febbraio G.M.
Da “La Patria del Friuli”, a. XXVI n. 35, 10 febbraio 1902, pag. 1.