(Vedi Collegio di Toppo Wassermann)
Silverio Mestroni, classe 1930, nacque a Monfalcone nel 1930 morto a Mereto di Tomba nel 2009.
Educatore prezioso esempio di rettitudine, professionalità e umanità.
Amato e rispettato da tutti i suoi collaboratori e allievi. Fu educatore esperto, uomo di vasta cultura , dai molteplici interessi e dal carattere gioviale. Memoria storica di un’ampia pagina di vita cittadina tanto da essere inserito tra i nomi più illustri recensiti da Mario Blasoni giornalista del Messaggero Veneto.
Vita
Nacque da genitori friulani: suo padre Mamerto, di Mereto di Tomba, aveva un negozio di vestiario e mobili, che vendeva a rate (una novità per l’epoca) la madre Tranquilla una piccola scuola di sartoria. Ben presto la famiglia è tornò a Mereto, causa le conseguenze della grande crisi del 1929, i clienti non pagavano più le rate, così Silverio frequentò le elementari in paese e poi, per otto anni (scuole medie e Zanon) pedalava per 40 chilometri di bicicletta al giorno: "E quando arrivavo in ritardo all’istituto di piazza Garibaldi, la terribile professoressa Bernardinis regolarmente mi interrogava!" ricordava. A vent’anni, studente iscritto a Economia a Trieste, fu istitutore al Collegio di Toppo Wassermann. "Era il 1950 e in via Gemona c’era ancora la roggia e vi passava il tram. Il collegio era all’apice: più di 200 convittori e una cinquantina di semiconvittori. Tra gli istitutori di quegli anni ricordo Alfeo Mizzau, Paolo Braida, il compianto Bepi Casabellata, Michele Formentini di San Floriano del Collio, Michele Piva, Enore Sabbadini, Sergio Gentilini, Romeo Piva (che poi subentrò a Speranza). Andavo a Trieste col treno, per gli esami, avevo solo due giorni di libertà al mese. Era dura, ma il Rettore Ottavio Valerio mi disse: "Se resisti, per te ci sono concrete possibilità". Fu buon profeta. Negli anni ’70 sono divenne infatti vicerettore e nel 1980 direttore (qualifica che ha sostituito quella di rettore quando il Toppo è diventato ente pubblico). Riuscì a laurearsi in Sociologia, laurea tanto necessaria per i concorsi, a Urbino con corsi estivi. Dal 1964 visse nel suo appartamento al sesto piano, nel condominio in fondo a via Gemona in Udine. Fu sempre a disposizione come prezioso consulente, memoria storica dell’istituzione. Trascorse anche molte giornate nella grande casa paterna di Mereto, da lui fatta restaurare, dove amava curare la vigna e il frutteto. Non ebbe figli, ma visse sempre in mezzo ai ragazzi.
mercoledì 27 gennaio 2010
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